Cercasi Logica

un punto di partenza per la comunione di due oratori

don Michele Rocchetti
Il 3 settembre sono entrato per la prima volta come vicario nell’oratorio “Pei nostri fanciulli”, di via Giordano. Ci sono entrato perché il compito che il vescovo mi ha assegnato per i prossimi anni è quello di essere vicario delle tre parrocchie di Sant’Imerio, San Pietro e Santa Maria Assunta (Cattedrale), per aiutare i parroci nella costituzione di una nuova unità pastorale. Tra gli ambiti che dovrò gestire più da vicino ci sono ovviamente i due oratori di via Giordano e di via Aporti. Questo è indubbiamente un compito impegnativo, che mi vede impegnato in prima persona, ma non da solo, per servire al meglio la vita cristiana di queste comunità. Dico che non sarò da solo perché questa è la condizione del prete. Non sono chiamato ad essere un novello don Chisciotte che combatte inutilmente una solitaria battaglia contro i mulini a vento. Sono chiamato e mandato, insieme ad altri preti, ad una comunità per camminare insieme a quelle persone, sostenuti e guidati dalla Parola di Dio e dai Sacramenti. Mettendomi di fronte a questa realtà a partire dal quel famoso 3 settembre ho cercato prima di tutto di conoscere il più possibile la realtà, per poter cogliere tutte le potenzialità di quanto ci viene richiesto. Ad un primo bilancio penso sia indubbio che le possibilità superano di gran lunga le difficoltà che possono presentarsi. Due comunità vive e attive, con molti talenti da far fruttare sicuramente sono un’ottima base da cui partire per costruire una straordinaria unità pastorale. Ma mi sono chiesto: quale dev’essere il punto di partenza per evitare di essere sommersi dall’inevitabile moltiplicarsi delle attività e degli impegni? Penso che la soluzione sia quella di cercare in ciò che faremo insieme una logica. Certo, questo può sembrare ovvio ma in realtà non lo è. Troppo spesso siamo portati a ragionare con la nostra pancia, con ciò che ci sentiamo o non ci sentiamo di fare, con ciò che i sentimenti o i ricordi ci portano a perseguire. Penso sia invece essenziale fermarci a pensare prima di agire. Pensare a dove vogliamo andare, a cosa stiamo costruendo, in che modo e in quale direzione vogliamo concentrare tutti i nostri sforzi. Così potremo davvero indirizzare e far fruttare al massimo le nostre potenzialità. La parola “logica” infatti deriva dal termine greco logos (che vuol dire discorso, ragione o parola). Utilizzare logica quindi vuol dire rimettere al centro del nostro agire la ragione, ma soprattutto il Logos con la L maiuscola. Il giorno di Natale leggeremo il prologo del Vangelo di Giovanni che chiama così il Signore Gesù. Questo dev’essere il centro della nostra unità pastorale, altrimenti a nulla valgono i nostri sforzi. Dobbiamo continuamente alimentare una tensione nelle nostre attività pastorali. Una tensione che porti sempre verso Cristo perché o tutto quello che facciamo in questa nostra unità pastorale ci porta a Lui e ci aiuta a crescere nella nostra vita di fede o rischia di diventare un inutile e sterile assalto all’ennesimo mulino a vento.

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